La Cassazione ribadisce l’obbligo di vigilanza del datore di lavoro sul ruolo del preposto: un caso emblematico (sentenza n. 23049/2024)
Approfondimento a cura di:
Dott. Ing. Salvatore Latino, PhD
Avv. Denise Cicciarella
Un recente caso approdato alla Suprema Corte di Cassazione (sentenza n. 23049/2024) ha riportato all’attenzione di tutti un fatto di cronaca cruciale e fatto chiarezza su un tema di fondamentale importanza: la responsabilità del datore di lavoro in materia di Sicurezza sui luoghi di lavoro.
Nella vicenda, un lavoratore di un’azienda agricola, mentre era impegnato nella pulizia di un macchinario utilizzando soda caustica, ha subito gravi lesioni agli occhi a causa del contatto con la sostanza chimica. La Corte d’Appello, inaspettatamente, ha assolto il datore di lavoro, ritenendo che l’incidente fosse da imputare esclusivamente al preposto che aveva assegnato il compito pericoloso al lavoratore.
La pronuncia della Cassazione
La Cassazione ha però cassato la sentenza di assoluzione e ha condannato il datore di lavoro per il reato di lesioni colpose gravi. Secondo i supremi giudici, infatti, il datore di lavoro aveva omesso di vigilare adeguatamente sul comportamento del preposto, violando così l’obbligo di cui all’art. 17 del D. Lgs. n. 81/2008 (“Testo Unico sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro”).
In particolare, la Corte ha rilevato che il datore di lavoro non si era accertato che il preposto avesse fornito al lavoratore le necessarie istruzioni per l’utilizzo sicuro della soda caustica, né che gli avesse fornito i dispositivi di protezione individuale adeguati. Inoltre, il datore di lavoro non aveva vigilato sul corretto utilizzo della sostanza chimica da parte del lavoratore.
Obblighi del datore di lavoro e ruolo del preposto
La sentenza della Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il datore di lavoro non può mai delegare completamente la sua responsabilità in materia di sicurezza al preposto.
L’obbligo di vigilanza grava in maniera diretta e personale sul datore di lavoro, il quale deve attuarlo in modo costante e penetrante. Ciò significa che il datore di lavoro deve:
- Fornire al preposto una formazione adeguata in materia di sicurezza;
- Soprintendere all’attività del preposto, verificando che egli adempia correttamente ai propri obblighi;
- Intervenire tempestivamente in caso di comportamenti non sicuri da parte del preposto o di situazioni di pericolo per i lavoratori.
La mancata vigilanza e le sue conseguenze
Nel caso in esame, la mancata vigilanza da parte del datore di lavoro ha avuto conseguenze gravissime per il lavoratore, che ha subito lesioni permanenti agli occhi. La Cassazione ha quindi ritenuto il datore di lavoro responsabile dell’incidente ai sensi dell’art. 590, comma 3, c.p., per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia.
Conclusioni
La sentenza della Cassazione n. 23049/2024 rappresenta un monito importante per tutti i datori di lavoro. La sicurezza sui luoghi di lavoro non è un tema da sottovalutare: è un dovere inderogabile che richiede un impegno costante e una vigilanza attenta da parte del datore di lavoro. Solo con un sistema di prevenzione efficace si possono evitare tragedie come quella che ha colpito il lavoratore in questo caso.
Rilevanza della sentenza per i lavoratori
La vicenda offre anche spunti di riflessione per i lavoratori. È fondamentale conoscere i propri diritti in materia di sicurezza e non esitare a denunciare situazioni di lavoro non sicure. La salute è un bene prezioso che va tutelato con consapevolezza e senza timore.
In conclusione, la sentenza della Cassazione rappresenta un passo avanti fondamentale nella tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro. Un forte segnale di attenzione verso un tema troppo spesso sottovalutato e che, purtroppo, continua a mietere vittime innocenti.
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